Nonostante il notevole impegno - non solo economico - dei costruttori, l’auto elettrica in Italia non decolla (5,853 unità nel mese di ottobre con quota di mercato scesa da 5,2% al 4,1%) e allora ben vengano gli incentivi per le care e “vecchie” auto benzina e diesel. Se non altro, questi “incentivi endotermici” avranno come effetto collaterale quello di ringiovanire il parco auto italiano la cui età media è di oltre 11 anni.
A partire dall’inizio del 2024, infatti, ci sarà a disposizione un “tesoretto” (570 milioni di euro, 5 milioni in meno rispetto al 2023) per l’acquisto di queste “vecchie” automobili che, in base alle differenti fasce di emissioni allo scarico di anidride carbonica, verrà così distribuito:
- 0-20 g/km CO2: 205 milioni (194,75 ai privati e 10,25 alle società di car sharing e noleggio a lungo termine);
- 21-60 g/km CO2: 245 milioni (232,75 ai privati e 12,25 alle società di car sharing e Noleggio a Lungo Termine);
- 61-135 g/km CO2: 120 milioni destinati solamente ai privati.
Rispetto al 2023, ci saranno a disposizione più soldi sulle prime due fasce (+15 milioni nella prima e +10 nella seconda) e meno (-30 milioni) nella terza, la fascia più numericamente importante.
Questo perché dei 190 milioni di euro previsti per il 2023 sulle auto 0-20 g/km, dopo undici mesi circa ne sono ancora disponibili 114,7, più del 60%. Dei 235 milioni stanziati sulla seconda fascia, invece, ne sono addirittura disponibili l’88%, oltre 207 milioni. Il flop 2023 si aggiunge al fallimento registrato nel 2022, quando avanzarono, rispettivamente, 127 e 147 milioni.
Se i fondi varieranno, tutto il resto che riguarda gli incentivi sarà confermato al 99%. Ci riferiamo ai contributi che vanno, a seconda delle situazioni, da 2 mila a 5 mila euro in base allo schema seguente:
- 0-20 g/km: 3 mila euro senza rottamazione; 5 mila con rottamazione;
- 21-60 g/km: 2 mila euro senza rottamazione; 4 mila con rottamazione;
- 61-135 g/km: 0 euro senza rottamazione; 2 mila con rottamazione.
Alla prima fascia appartengono, oggi, solo auto elettriche; alla seconda solo vetture plug-in; alla terza, macchine con motore ibrido e termico, soprattutto dei segmenti A (citycar), B (utilitarie) e C (compatte).
Il contributo non è per tutte le auto. Non tutte le vetture che rientrano nelle diverse fasce di emissioni possono accedere al contributo. Il governo, infatti, ha introdotto un limite massimo di prezzo di listino Iva esclusa ("listino prezzi ufficiale della casa automobilistica produttrice"), accessori compresi, per ciascuna fascia. In particolare:
- 0-20 g/km: 35 mila euro (42.700 Iva compresa);
- 21-60 g/km: 45 mila euro (54.900 Iva compresa);
- 61-135 g/km: 35 mila euro (42.700 Iva compresa).
Si può rottamare fino all’Euro 4. La rottamazione è obbligatoria solo per chi intende acquistare macchine con motore termico e ibrido con emissioni comprese tra 61 e 135 g/km. La vettura da demolire dev’essere intestata all’acquirente di quella nuova o a un suo familiare convivente da almeno 12 mesi. E deve essere di classe inferiore a Euro 5, ossia Euro 0, 1, 2, 3 o 4.
180 giorni dal bonus all’immatricolazione. Una volta prenotato il bonus da parte della concessionaria sarà necessario immatricolare la nuova vettura entro e non oltre i 180 giorni. Se la nuova vettura non sarà targata entro i 180 giorni, il bonus non avrà più validità. La vettura acquistata, inoltre, non potrà essere ceduta prima dei 12 mesi (per le persone fisiche e noleggio a lungo termine) e prima dei 24 mesi (car sharing).